Storia

Chi siamo

Il V.A.I. (Volontariato Assistenza Infermi), collegato alla Caritas diocesana, più che volontariato comunemente inteso, è … “un impegno sociale di umanizzazione e presenza cristiana accanto ai malati, da parte di una comunità civile attenta a cogliere ed a rispondere alle sempre più evidenti e gravi situazioni di solitudine già oggi presenti nella società” (Achille Ardigò, Convegno Internazionale per operatori socio-sanitari, Bruxelles, 1989).

Dove

Il V.A.I. fondato a Bologna all’Ospedale Maggiore del 1978 (dopo il suicidio di due pazienti), è stato incoraggiato anche dagli amministratori dell’ASL ad ogni livello. Fondatore e coordinatore è Padre Geremia Folli O.F.M. cap., ancora oggi impegnato in prima persona. Questa associazione è presente nei maggiori OSPEDALI di BOLOGNA e PROVINCIA. Si compone di gruppi ospedalieri e gruppi parrocchiali in costante collegamento tra di loro, e vuole essere  una proposta che risponda al mandato evangelico del:

×ANDATE E CURATE GLI INFERMI
Proposta accessibile ad ogni Cristiano

Ad ogni volontario viene richiesta una presenza minima di un’ora alla settimana, veramente possibile a tanti. Il V.A.I. – in oltre trent’anni – ha coinvolto a vario titolo migliaia di persone, soltanto nel territorio di Bologna.

Come

Si propone di rispondere , almeno in parte, alla solitudine esistenziale del malato, nei cui confronti vuole essere una presenza costante: presenza che si offre operando in gruppo, per garantire la continuità del servizio, il reciproco sostegno tra i volontari, promuovendo al contempo solidarietà nella comunità; presenza assolutamente gratuita (il V.A.I. non dispone di fondi propri), GRATUITÁ non solo ECONOMICA ma di qualsiasi GENERE e NATURA, così da escludere alcun vantaggio personale o di gruppo.

Aiuti

A questo impegno possono essere ricondotte alcune realtà anche di rilevante portata sociale, che hanno suggerito, pure a livello nazionale, analoghe esperienze. Tra queste si segnala la promozione di una rete di CASE DI ACCOGLIENZA per i parenti dei malati (con oltre 150 posti letto disponibili) e una sistematica, capillare animazione territoriale (espressa in oltre 1.000 incontri) per promuovere e supportare una cultura di attenzione e sostegno per famiglie e persone (prive di parentela) in  necessità per situazioni di malattia o di grave disagio.

È auspicabile che questo “servizio di presenza” non rimanga espressione, pur valida, di un impegno di pochi, ma diventi sollecitudine e proposta che tutti raggiunge e tutti conduce a ripensare la vita complessiva delle nostre comunità, sì che abbiano nuovo impulso e stile nuovo nella loro azione pastorale.